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Immagine del redattoreCaterina Boschetti

Bias Cognitivi sulle Donne Manager: superare i pregiudizi per un futuro di parità di genere

Aggiornamento: 16 set 2024

Nel mondo del lavoro contemporaneo, le donne manager continuano a scontrarsi con una serie di bias cognitivi che ne minano la credibilità e l'autorità.

Questi pregiudizi non solo ostacolano la loro carriera, ma danneggiano anche l'intero ambiente lavorativo, perpetuando stereotipi e limitando la diversità e l'inclusione.

È essenziale riconoscere e affrontare questi bias per promuovere una cultura aziendale basata sulla parità di genere e il rispetto reciproco.


Esempi di bias cognitivi sulle donne manager

  1. Bias sulla Presenza in Azienda


    Uno dei pregiudizi più comuni è che una donna manager, soprattutto se madre, non possa essere presente e dedicata come i suoi colleghi maschi. Questo bias ignora la capacità delle donne di bilanciare le responsabilità familiari e professionali con successo.


    Esempio di Bias: "Una madre non può dedicare abbastanza tempo all'azienda o viaggiare per andare a visitare clienti e partner."


    Contrasto: Le donne manager dimostrano quotidianamente di poter gestire efficacemente le loro responsabilità, spesso con una capacità organizzativa e una resilienza superiori. Promuovere politiche di lavoro flessibile può supportare tutti i genitori, indipendentemente dal genere, migliorando la produttività e il morale.


  2. Bias sull'Aspetto Fisico


    Un altro pregiudizio è che una donna manager sia arrivata al suo livello di carriera grazie al suo aspetto fisico piuttosto che alle sue competenze e al suo impegno. Questo bias è non solo offensivo, ma anche completamente infondato.


    Esempio di Bias: "È arrivata a questa posizione solo perché è attraente, si è venduta bene."


    Contrasto: Le competenze, l'esperienza e la dedizione sono i veri motori del successo professionale. Valutare le persone basandosi sull'aspetto fisico anziché sui meriti è dannoso e riduce la qualità del processo decisionale aziendale.


  3. Bias sui Ruoli di Supporto

    Spesso, in un contesto di riunioni, le donne manager vengono percepite come figure di supporto piuttosto che leader, con l'aspettativa implicita che assumano ruoli secondari come quello di segretaria.


    Esempio di Bias: "Puoi prendere appunti per favore?"


    Contrasto: Ogni partecipante a una riunione dovrebbe essere riconosciuto per il proprio ruolo e le proprie competenze. Le donne manager devono essere viste e trattate come leader, non come assistenti. Creare un ambiente in cui tutti i contributi sono valorizzati equamente è fondamentale per una cultura inclusiva.


  4. Bias dell'Assertività

    Le donne assertive sono spesso percepite negativamente rispetto ai loro colleghi maschi. Mentre un uomo assertivo può essere visto come un leader naturale, una donna con lo stesso comportamento può essere etichettata come aggressiva o prepotente.


    Esempio di Bias: "È troppo aggressiva, le manca sfogarsi con un uomo."


    Contrasto: L'assertività è una qualità necessaria per la leadership, indipendentemente dal genere. Valutare le donne e gli uomini in modo equo per i loro stili di comunicazione e leadership è essenziale per una cultura aziendale giusta e inclusiva.


  5. Bias dell'Empatia

    Le donne sono spesso stereotipate come più empatiche e orientate alle persone. Questo può portare all'erronea percezione che non siano in grado di prendere decisioni difficili o che siano troppo emotive per gestire situazioni critiche.


    Esempio di Bias: "Non può prendere decisioni difficili perché è troppo emotiva."


    Contrasto: L'empatia è una componente chiave della leadership efficace. Le donne possono combinare empatia e fermezza nelle decisioni, dimostrando una competenza completa nella gestione delle risorse umane e nelle decisioni aziendali.


  6. Bias del Multitasking

    Spesso si presume che le donne siano naturalmente più abili nel multitasking, il che può portare a sovraccaricarle di compiti e responsabilità. Questo bias può risultare in un'eccessiva pressione e iniquità nella distribuzione del lavoro.


    Esempio di Bias: "Può gestire più progetti contemporaneamente perché le donne sono brave nel multitasking."


    Contrasto: La capacità di multitasking non dovrebbe essere data per scontata o sfruttata. È importante riconoscere i limiti umani e distribuire il lavoro in modo equo e sostenibile tra tutti i membri del team.


  7. Bias del Networking

    C'è una percezione che le donne siano meno inclini al networking o che non abbiano le stesse capacità di creare reti di contatti professionali rispetto agli uomini. Questo bias può limitare le opportunità di avanzamento delle donne.


    Esempio di Bias: "Non riesce a fare gruppo come farebbero i suoi colleghi maschi perchè non capisce le battute"


    Contrasto: Il networking è una competenza che può essere sviluppata e potenziata attraverso il supporto e la formazione. Le donne possono eccellere nel networking se ricevono le stesse opportunità e incoraggiamenti.


  8. Bias della Disponibilità

    Le donne sono spesso percepite come meno disponibili per incarichi che richiedono lunghi viaggi o orari flessibili a causa delle loro responsabilità familiari, limitando le loro opportunità di crescita professionale.


    Esempio di Bias: "Non può accettare questo progetto perché ha una famiglia da gestire."


    Contrasto: Le decisioni sulla disponibilità dovrebbero basarsi su discussioni aperte e non su presupposti. Offrire flessibilità e supporto può consentire a tutti i dipendenti di bilanciare lavoro e vita privata efficacemente.


Superare i Bias Cognitivi: strategie e suggerimenti

Per eliminare questi pregiudizi, è necessario un impegno concertato a livello aziendale e culturale. Ecco alcune strategie per promuovere la parità di genere e l'inclusione:

  1. Formazione sulla Diversità e Inclusione (D.E.I.): implementare programmi di formazione che sensibilizzino i collaboratori sui bias cognitivi e sull'importanza della parità di genere.

  2. Mentorship e Sponsorship: creare reti di mentorship per supportare le donne nella loro crescita professionale, offrendo opportunità di sviluppo e visibilità.

  3. Politiche Flessibili di Lavoro: implementare politiche che supportino un equilibrio tra vita lavorativa e privata, beneficiando tutti i collaboratori, indipendentemente dal genere.

  4. Valutazione Basata sul Merito: assicurarsi che i processi di assunzione e promozione siano basati sulle competenze e sui meriti, evitando valutazioni basate su stereotipi di genere. Prendendo anche la certificazione UNI/PdR 125_2022

  5. Leadership Inclusiva: promuovere una leadership che valorizzi la diversità e l'inclusione, incoraggiando un ambiente di lavoro rispettoso e collaborativo.


Conclusione

Riconoscere e affrontare questi bias cognitivi è essenziale per promuovere un ambiente di lavoro equo e inclusivo. Ogni passo verso l'eliminazione di questi pregiudizi non solo avvantaggia le donne manager, ma contribuisce anche a creare una cultura aziendale più forte, diversificata e produttiva. L'impegno verso la parità di genere e l'inclusione (D.E.I.) è cruciale per il successo a lungo termine delle organizzazioni.

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