No, non sto per dire che in realtà bisognerebbe lavorare quotidianamente almeno 10 ore come purtroppo succede in diverse realtà aziendali. Anzi.
In realtà a livello internazionale sempre più imprese stanno iniziando a sperimentare la giornata lavorativa di 6 ore oppure la settimana corta di 4 giorni.
In Svezia infatti alcune società hanno testato la giornata di lavoro corta con successo. I risultati riscontrati includono una maggiore produttività, un clima aziendale più sereno e un maggiore equilibrio casa-lavoro.
In Toyota l’applicazione dell’orario ridotto di 2 ore ha permesso di ottenere sia una diminuzione del turn-over attirando ottime candidature di profili skillati, sia il 25% di aumento dei profitti.
CONCENTRAZIONE E POTENZIALITÀ UMANE
Le criticità legate alla giornata lavorativa di 8 ore sono molteplici, tra queste l’incapacità umana di restare concentrati per così tanto tempo mantenendo lo stesso livello di performance.
Invece, essere limitati a lavorare per 6 ore porta a un livello di concentrazione più alto, alla diminuzione di riunioni non necessarie e alla riduzione di conflitti perché si è tutti invece più orientati al problem solving in tempi più ristretti.
ABITUDINI E CLIMA AZIENDALE
In svariate imprese italiane, attualmente molti dipendenti rimangono oltre l’orario lavorativo solo per consuetudine e per il giudizio dei colleghi.
Purtroppo molto spesso i collaboratori che escono dall’ufficio in orario vengono additati o diventano oggetto di derisione attraverso battute come “ah oggi fai mezza giornata?”, “a te sì che va bene”, “non ti stressare troppo eh”.
Si tratta di una pratica molto diffusa che viene portata avanti non tanto dalla proprietà, quanto dagli altri colleghi.
È un’abitudine che rende l’ambiente lavorativo pesante e competitivo. Il problema è che, in questi casi, non si considerano i risultati obiettivi, attraverso la valutazione della qualità del lavoro, ma si ragiona sull’apparenza. Infatti molto spesso di giudicano i proprio colleghi per la quantità di tempo trascorso sulla scrivania, indipendentemente dalle attività svolte.
GIORNATA LAVORATIVA IN ITALIA
In Italia l’orario lavorativo ridotto alle 6 ore e/o la settimana corta probabilmente verranno adottati in maniera diffusa tra qualche anno, quando la società sarà pronta ad adeguarsi non solo ai nuovi standard internazionali, ma anche alle nuove priorità dei lavoratori.
Attualmente, come riporta il Sole 24 Ore, sono poche le grandi imprese che stanno sperimentando orari lavorativi non ordinari.
Tra queste c’è Banca Intesa che prevede 9 ore al giorno per quattro giorni alla settimana, raggiungendo un monte ore settimanale di 36 al posto che di 27,5, a parità di retribuzione, Tria spa che propone la riduzione dell’orario di lavoro da 40 a 36 ore settimanali così da rendere il venerdì “giornata corta” con l’uscita alle 12 e infine Awin che dal 2021 da la possibilità di lavorare 4 giorni facendo scegliere al proprio team se stare a casa un giorno intero o se dividerlo in due mezze giornate.
CONCLUSIONI
Premesso che i periodi di carico di lavoro maggiore che portano a lavorare oltre il poprio orario standard possono capitare, bisogna ricordare che dovrebbero essere limitati nel tempo.
Nel caso in cui invece ci fossero straordinari costanti e non circoscritti in un arco temporale definito, possono esserci solo due possibilità:
presenza di un carico di lavoro troppo importante per le risorse attualmente presenti in azienda e quindi si lavora in sotto organico stressando le risorse presenti e quindi è necessario assumere;
sedimentazione di un modus operandi tossico per il quale tutti restano oltre l’orario lavorativo per consuetudine.
E no, nell’ultimo caso, non si lavora veramente di più! Infatti i propri collaboratori rimanendo oltre l’orario di lavoro non sono efficienti nell’orario lavorativo, ma anzi tendono a dilatare nel tempo attività che potrebbero invece essere svolte in minor tempo e in maniera più efficace e concentrata.
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