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Immagine del redattoreCaterina Boschetti

Riconoscere i propri limiti

La consapevolezza che porta al benessere


C'è una notizia che oggi è rimbalzata su tutti i giornali. La premier neozelandese Jacinda Arder ha annunciato di voler rassegnare le dimissioni non oltre il 7 febbraio, , senza la volontà di ricandidarsi alle prossime elezioni previste in ottobre.

La motivazione presentata dalla premier è quella di non avere più energie per ricoprire quel ruolo.


Un discorso importante

"Avere un ruolo così privilegiato comporta responsabilità, tra cui quella di sapere in quale momento sei la persona giusta per stare al comando e anche in quale momento non lo sei. Ho dato tutta me stessa per essere primo ministro, ma mi è anche costato molto. Non posso e non devo fare questo lavoro se non ho il pieno di energie, oltre ad un po' di riserva per quelle sfide impreviste che inevitabilmente si presentano".


Consapevolezza delle proprie capacità

Provo infinito rispetto per la sua scelta, per la consapevolezza dimostrata nel riconoscere i propri limiti. Ma perché scelte come questa, soprattutto riguardanti la classe dirigente/politica ci sconvolgono?

(Vorrei tralasciare la classe politica che, soprattutto in Italia, non è avvezza a dare le dimissioni...)


In molte imprese non è presente la cultura del riconoscere i propri limiti. Da manager e dirigenti, o da qualsiasi componente del team, non ci si aspetta passi indietro.

Tuttavia è importante invece condividere con tutte le risorse umane quanto sia importante avere piena coscienza del sé.

Questo perché lavorare in un ufficio dove la perfezione è l'ovvietà, potenzialmente creerà criticità psicologiche, senso di inadeguatezza e un continuo paragone con gli altri che può sfociare in competizioni non sane.


Ci si ostina a mantenere un ruolo anche se ci si accorge di non essere la persona più adatta a ricoprirlo, ci si ostina a non mostrare mai la propria stanchezza continuando a mettere a dura prova il proprio benessere psico-fisico, ci si ostina a essere infallibili a volte nascondendo errori (o accusando altri di averli commessi) solo per paura di essere giudicati.

Conclusioni

Un professionista deve essere conscio dei propri punti di forza e di debolezza, deve sapere quali sono i confini delle proprie capacità.

In questo modo potrà lavorarci per migliorare. intraprendendo percorsi di coaching e di formazione dedicati.

É invece sintomo di un ambiente lavorativo poco sano e non al passo con i tempi l'aspettarsi di avere collaboratori irreprensibili e sempre completamente a disposizione dell'azienda.


Vuoi iniziare un percorso di crescita sostenibile per le tue risorse umane? Scrivici a info@becomeen.com

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