Solo il 10% degli italiani è coinvolto nel lavoro: un segnale d’allarme per aziende e manager
- Caterina Boschetti
- 11 ore fa
- Tempo di lettura: 3 min
Un problema sottovalutato, ora sotto gli occhi di tutti
Secondo il Gallup State of the Global Workplace 2025, solo il 10% dei lavoratori italiani si considera realmente coinvolto nel proprio lavoro. Un dato che, pur segnando un lieve miglioramento rispetto agli anni precedenti, conferma che l’Italia resta tra gli ultimi in Europa per livello di engagement, occupando la 28ª posizione su 38 paesi analizzati.
Il quadro viene ulteriormente rafforzato dai dati dell'Osservatorio HR Innovation Practice del Politecnico di Milano e di BVA Doxa, che indicano come solo il 9% degli italiani si senta realmente in benessere nel proprio impiego e appena il 5% si dichiari felice al lavoro.
I 3 segnali da non ignorare secondo Gallup 2025
Gallup ha individuato tre campanelli d’allarme fondamentali che indicano un basso livello di engagement:
1. Diminuzione della proattività
Dipendenti meno coinvolti aspettano istruzioni invece di proporre idee o soluzioni. Questo blocca l'innovazione e rallenta i processi decisionali.
2. Aumento dell'assenteismo e del turnover
Un lavoratore poco ingaggiato è più propenso a cambiare lavoro o ad assentarsi frequentemente, generando costi occulti enormi per le aziende.
3. Micromanagement diffuso e leadership inefficace
Gallup evidenzia come anche i manager siano meno coinvolti: una tendenza che peggiora l’esperienza lavorativa dei team. Manager insoddisfatti tendono a fare micromanagement, a controllare eccessivamente, trasmettendo ansia e disimpegno.
Focus: i manager insoddisfatti che diventano un problema
Il report Gallup 2025 è chiaro: il manager è la figura chiave per determinare il benessere del team, ma troppi manager oggi sono loro stessi disimpegnati.
Un manager non coinvolto:
trasmette negatività
applica controlli eccessivi (micromanagement)
manca di empatia e supporto
non guida l’evoluzione dei propri collaboratori
Formare e supportare i manager con percorsi di coaching e leadership sostenibile non è più un optional: è una priorità per la sopravvivenza stessa delle organizzazioni. Secondo il report di Gallup, i manager che partecipano a corsi di formazione sulle migliori pratiche manageriali registrano fino al 22% di engagement in più rispetto ai colleghi non formati. Inoltre, i team guidati da questi manager vedono un miglioramento dell'engagement fino al 18%.
Un dato che sottolinea quanto anche un intervento mirato possa generare cambiamenti profondi e duraturi all'interno delle organizzazioni
L'impegno dell’azienda: creare ambienti sani e collaborativi
Un datore di lavoro che desidera davvero migliorare l’engagement deve agire su più livelli:
Valorizzare la persona: mettere il benessere umano al centro, non solo gli obiettivi di business.
Costruire fiducia: promuovere ambienti collaborativi dove la comunicazione è aperta e rispettosa.
Misurare il clima interno: attraverso survey periodiche e strumenti di ascolto attivo.
Offrire formazione manageriale: sviluppare leader autentici, non semplici "controllori di processi".
Consigli pratici per migliorare l'engagement dei manager
Ecco alcune azioni immediate che un'azienda può mettere in campo:
Implementare programmi di coaching individuale per i manager.
Offrire percorsi formativi sulla leadership empatica e sulla gestione positiva dei team.
Misurare regolarmente l'engagement dei manager separatamente da quello dei collaboratori.
Creare spazi di confronto tra pari: gruppi di supporto e mentoring interno.
Premiare il comportamento virtuoso, non solo i risultati numerici.
Conclusione: cambiare rotta è possibile (e necessario)
L'8% di engagement non è solo un numero: è un grido d'allarme. Le organizzazioni che investono oggi in benessere, leadership positiva e cultura della sostenibilità umana costruiranno il successo di domani.
Non si tratta più solo di "gestire persone", ma di "prendersi cura delle persone".
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